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Regno Unito, Reeves turbata ai Comuni dopo gli attacchi sulla riforma del welfare

1 week ago 1

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Una maggioranza con crepe evidenti, i sondaggi preoccupanti e la ministra del Tesoro in lacrime che mette in allarme i mercati. A un anno dalla vittoria nelle elezioni politiche del Regno Unito il premier laburista Keir Starmer già traballa nel guidare un governo che nelle sue promesse doveva portare il cambiamento e la stabilità nel Paese dopo l'epoca degli esecutivi conservatori. Il bilancio dei primi dodici mesi al potere, invece, è caratterizzato dai passi falsi e, per certi versi, da una mancanza di visione, come emerso in questa ultima settimana da incubo. Lo stesso sir Keir in un'intervista alla Bbc ha ammesso la sua responsabilità nella gestione caotica della riforma del welfare, coi criticatissimi tagli ai sussidi per disabili e lavoratori in malattia, approvata martedì dalla Camera dei Comuni ma solo dopo un'imbarazzante marcia indietro del governo al fine di contenere l'aperta rivolta dei deputati della maggioranza. Starmer ha detto di "non aver interagito" adeguatamente con i suoi parlamentari, mentre sui media si parla di fronda organizzata dentro il Labour.

Non vengono messe in discussione solo le scelte ma anche le persone. A partire dalla cancelliera dello Scacchiere Rachel Reeves, reduce dal pianto di ieri ai Comuni durante un Question Time ad alta tensione, in cui il premier non ha subito difeso la sua ministra del Tesoro dagli attacchi della leader Tory, Kemi Badenoch, non garantendone l'incarico per il tempo a venire. Immediate le reazioni dei mercati - col brusco calo della sterlina - a fronte di un senso di instabilità rappresentato da una cancelliera ormai in bilico, e reduce da troppi risultati economici deludenti, già criticati da più parti. Starmer ha cercato di rimediare, prima tramite un portavoce e poi con altre parole rassicuranti sulla ministra che "resta al suo posto" e ha fatto "un ottimo lavoro". Sono perfino apparsi insieme oggi, sorridenti, alla presentazione del piano decennale per "salvare" il servizio sanitario pubblico in crisi, il cosiddetto Nhs, settore in cui l'esecutivo ha stanziato qualcosa come 29 miliardi di sterline in più ottenendo risultati, per lo meno con la riduzione delle lunghe liste d'attesa per visite e procedure negli ospedali. Il pianto poi è stato liquidato dalla stessa Reeves come qualcosa dovuto a "ragioni personali", anche se il tabloid Sun ha rivelato una sua frase pronunciata nel Question Time: "Mi sento così sotto pressione". Potrebbe essere lei la prima a venir silurata in un rimpasto di Starmer, che stando a molti diventa fondamentale per placare i malumori e la delusione dentro il partito. Mentre la solida maggioranza conquistata un anno fa alle urne è stata intaccata dalla recente rivolta ai Comuni di 42 deputati.

Se si guarda ai sondaggi poi, emerge un forte calo dei consensi, stimato mediamente in 10 punti percentuali, rispetto al 34% ottenuto nelle elezioni: per trovare una performance peggiore nel primo anno di governo si deve tornare agli anni Novanta quando era premier il conservatore John Major. Il Labour col 24% non è più così il primo partito, con la vetta occupata dal trumpiano Reform Uk di Nigel Farage, alla finestra per approfittare dei passi falsi di sir Keir. Ci sono stati comunque anche dei risultati positivi per il primo ministro. Oltre a quelli iniziali nella sanità, il reset dei rapporti con l'Ue nel post-Brexit, il tentativo di ritagliarsi un ruolo centrale nella guerra russo-ucraina, con l'iniziativa di una 'coalizione di volenterosi' a garanzia di Kiev però mai decollata, fino ai parziali successi del mantenimento del legame vitale con gli Usa anche sotto l'amministrazione Trump. Cose che però non cancellano la situazione economica deludente, i contestati tagli alla spesa sociale in favore di difesa e riarmo, le promesse mancate sulla stretta all'immigrazione, in costante aumento malgrado i tentativi d'inseguire gli slogan della destra sulla linea dura ai confini, e il circolo vizioso fra annunci e retromarce.

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