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Liste di attesa, bene le urgenze ma fino ad un anno per alcuni esami

2 weeks ago 2

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Luci e ombre dalla pubblicazione della Piattaforma nazionale sulle liste d'attesa, finalmente online dopo circa un anno dall'annuncio da parte del ministro della Salute. Quando si tratta di visite ed esami urgenti, il servizio sanitario nazionale conferma di rispondere quasi sempre tempestivamente ai bisogni dei cittadini. Le criticità si riscontrano, invece, quando si tratta di prestazioni senza il carattere dell'urgenza: in tal caso l'attesa può protrarsi anche per un anno.

    La piattaforma ancora non è completa e contiene i dati relativi ai primi 5 mesi dell'anno. Si tratta di circa 23 milioni di prenotazioni di prime visite ed esami diagnostici; quasi 1 milione di queste è stata effettuata nel week end: un segnale che qualcosa cominci a muoversi nelle politiche di contrasto alle liste d'attesa.
    Sebbene si tratti di dati aggregati che non forniscono nessuna indicazioni sulle differenze locali, la tendenza generale che emerge dalla piattaforma è che la gran parte delle visite e degli esami è erogata nei tempi previsti dalla classe di priorità: 72 ore per la classe U (Urgente), 10 giorni per quella B (Breve), 30 o 60 giorni per la D (Differibile); 120 giorni per la P (Programmabile). Ciò vale quasi sempre per le prestazioni Urgenti e Brevi, meno per quelle a più lunga scadenza.

    Non mancano le eccezioni anche nel caso delle urgenze: nei primi mesi dell'anno sono stati riscontrati problemi, per esempio, nella colonscopia (fino a 190 giorni) o in alcuni esami di elettromiografia o, ancora, con la gastroscopia. Tuttavia, fatte salve queste anomalie, il servizio sanitario rispondere tempestivamente in caso di interventi che necessitano prontezza: le prime visite oncologiche, per esempio, vengono fatte in 2-3 giorni se Urgenti, in 3-10 giorni se classificate come B. Gli esami di imaging come Tac, Rx o risonanza classificati come Urgenti il più delle volte sono eseguiti in 1-2 giorni, se non addirittura in giornata.
   

Più articolato il caso delle prestazioni differibili e programmabili. Anche in questo caso la gran parte delle prestazioni viene erogata nei tempi previsti. Tuttavia, le differenze sono molto ampie. Per una visita oculistica programmabile (che in media, a maggio, è stata erogata in 86 giorni a fronte dei 120 previsti), si può attendere dai 20 ai 239 giorni; per una visita urologica da 20 a 173 giorni; per una dermatologica da 32 a 253 giorni.

Ancora più ampia la forbice per gli esami: per un'ecografia di capo e collo programmabile si va dai 15 ai 254 giorni di attesa; per una spirometria da 14 a 203; per un'elettrocardiogramma sotto sforzo da 13 a 159 giorni. Nel caso degli esami con priorità programmabile, i ritardi più ampi si concentrano in quegli esami che si situano in aree per cui sono disponibili i percorsi di screening: per una mammografia, invece dei 120 giorni previsti, si va dai 14 ai 320 giorni di attesa (anche se la metà degli esami è fatto tra i 62 e i 110 giorni); per la colonscopia si va dai 23 ai 360 giorni. Un ultimo dato che emerge dalla piattaforma sono i rifiuti: tra il 25 e quasi il 60% delle volte è il cittadino a dire no alla prima disponibilità offerta dal Cup.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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