Riguardo alle disposizioni sul fermo di una nave, la norma che punisce chi non osserva le richieste di informazioni e le indicazioni delle autorità è in linea con la Costituzione e va rispettata. Lo ha stabilito la Consulta, che ha esaminato le questioni sollevate dal Tribunale ordinario di Brindisi con riferimento alla disciplina del fermo amministrativo di una nave che aveva effettuato soccorsi in mare.
La Corte fa notare che le regole stabilite dalla legge italiana, che portano anche alla sanzione, si inseriscono nel quadro internazionale delle convenzioni e sono "in armonia con i princìpi costituzionali" e con gli obblighi di soccorso e il divieto di respingimento, in quanto "l'obbligo primario" è il "salvataggio della vita umana". I giudici sottolineano che l'indicazione di un porto sicuro è prioritaria perché "salvaguarda il rispetto della vita, dei bisogni essenziali, della libertà, dei diritti assoluti".
Per la Consulta - che ha quindi dichiarato non fondate le questioni proposte - la misura punitiva del fermo della nave non è né irragionevole né sproporzionata, in quanto sanziona "quelle trasgressioni che pregiudichino la stessa finalità di salvaguardia della vita umana in mare, insita nella Convenzione Sar, e si rivelino idonee a compromettere, in carenza di motivi legittimi, il sistema di cooperazione che tale Convenzione ha istituito".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA