Doveva essere l'appuntamento per dare impulso concreto alla rinascita dell'Ucraina a seguito di una tregua. Ma con il cessate il fuoco che resta lontano, la Conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina a Roma diventa occasione per il mondo di stringersi attorno a Kiev. E ribadire il pieno appoggio occidentale a Volodymyr Zelensky, giunto con l'occasione in Italia dove ha visto prima il Papa e poi Sergio Mattarella che ha ribadito la "ferma posizione" di "pieno sostegno" dell'Italia all'Ucraina, sottolineando che "la sicurezza di Kiev si indentifica con la sicurezza europea".
Il leader ucraino sarà quindi accolto alla Nuvola dell'Eur da Giorgia Meloni, con la quale aprirà il vertice romano prima di partecipare da remoto al secondo atteso appuntamento del tandem di sostegno a Kiev: una call dei volenterosi con Emmanuel Macron e Keir Starmer collegati dal Regno Unito, per fare il punto sul tema urgente della difesa dagli attacchi russi, sempre più pesanti su tutto il Paese invaso. Con la partecipazione inedita da Roma anche dell'inviato Usa per l'Ucraina, il generale Keith Kellogg, come a indicare un rinnovato slancio americano a sostegno della lotta di Kiev mentre volano gli stracci tra Trump e Putin.
Oltre alla premier e al ministro degli Esteri Antonio Tajani, la due giorni romana vede impegnato tutto il governo, pronto ad accogliere a Roma 5.000 partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative e 40 di organizzazioni internazionali - incluse le principali banche di sviluppo - e 2.000 aziende e rappresentati di autonomie locali e società civile e oltre 500 giornalisti accreditati che seguiranno i lavori articolati su quattro "dimensioni: imprenditoriale; umana; locale e regionale; riforme nel percorso di adesione all'Ue. Partecipano ai lavori 50 tra ministri e capi di Stato e di governo, tra cui la leader della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier polacco Donald Tusk che con Meloni e Zelensky apriranno la conferenza.
L'organizzazione parla già di successo, sottolineando che i numeri del vertice romano superano quelli dei precedenti appuntamenti di Lugano (2022), Londra (2023) e Berlino (2024). Ma l'obiettivo vero è quello di annunciare impegni per l'Ucraina in termini di finanziamenti e di nuove intese tali da superare - o almeno eguagliare - gli oltre 16 miliardi di euro di fondi per la ripresa dell'Ucraina incassati l'anno scorso in Germania.
Intanto, Tajani alla Camera ha anticipato il lancio giovedì di una nuova misura Simest da 300 milioni di euro a sostegno delle Pmi coinvolte nella ricostruzione dell'Ucraina. "Sostenere Kiev, oltre che un dovere, è una straordinaria opportunità di crescita comune", ha sottolineato il vicepremier.
Ma insieme alle auspicate partnership, joint venture e iniziative finanziarie per la ricostruzione del Paese, a tenere banco nelle sale della Nuvola sarà con ogni probabilità anche il sostegno militare all'Ucraina: l'Ue sta valutando l'istituzione di un fondo da 100 miliardi di euro a sostegno dell'Ucraina, che potrebbe essere incluso nella proposta per il prossimo Bilancio Ue settennale, stando a Bloomberg. Il Parlamento europeo spinge sulla fornitura di missili Taurus, sui quali resta il veto di Berlino che però sta valutando l'acquisto di altri Patriot da Washington. Nel frattempo, si attendono fatti concludenti sulla ripresa delle forniture militari americane all'Ucraina, riattivate dopo la retromarcia di Donald Trump sullo stop del Pentagono dell'invio delle armi che tanto aveva sconvolto Kiev e gli alleati occidentali. Perché niente si può dare per scontato: sui Patriot all'Ucraina "valuteremo, è molto costoso", ha infatti dichiarato il tycoon commentando le indiscrezioni del Wall Street Journal sulla possibilità che gli Stati Uniti forniscano un ulteriore sistema antiaereo a difesa dei cieli ucraini.
Di fronte a questo quadro, gli occhi sono puntati sulla call dei volenterosi, per la prima volta partecipata anche dagli Stati Uniti. Le divergenze su un eventuale backstop militare statunitense e sul sostegno di Washington all'eventuale dispiegamento di truppe in Ucraina avevano finora frenato gli intenti della coalizione. La presenza di Kellogg, alla sua prima volta nel formato, sembra segnalare che qualcosa potrebbe cambiare.
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