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Orgo-Life the new way to the future Advertising by AdpathwayLa cupola difensiva iraniana è crollata sotto i colpi degli attacchi di Israele che hanno ucciso i leader più importanti delle forze armate della Repubblica islamica e dei Guardiani della rivoluzione. I raid dello Stato ebraico hanno eliminato il comandante dei pasdaran, Hossein Salami, il capo di Stato maggiore dell'Esercito, Mohammad Bagheri, e anche Esmail Qaani, che guidava le forze Quds, il dipartimento d'élite dei guardiani della rivoluzione specializzato nelle operazioni all'estero e di fatto braccio operativo per l'esportazione della rivoluzione islamista, che ha supportato le milizie sciite in Libano, Siria e Iraq e gli Houthi yemeniti.
La Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, aveva nominato Qaani come successore di Qasem Soleimani, il generale ucciso nel 2020 a Baghdad per ordine del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva guidato le più segrete e sanguinose operazioni iraniane all'estero e nemico giurato di Israele.
Nell'ottobre 2024, si pensava che Qaani fosse stato ucciso o ferito dall'Idf insieme a Hashem Safieddine, successore di Hasan Nasrallah, a sud di Beirut.
Anche Hossein Salami, ritenuto il falco dei pasdaran e ucciso da Israele, era stato sempre molto attivo nel coordinamento tra la Repubblica islamica e il cosiddetto "asse della resistenza", formato dalle milizie sciite in Libano, Siria, Iraq e Yemen.
Quando era stato nominato comandante dei pasdaran nel 2019, aveva già occupato quasi tutte le cariche più importanti e, secondo molti analisti, la sua carriera si è basata su una fiducia incrollabile da parte di Khamenei. Sanzionato da Unione Europea, Usa e Onu, era noto per una retorica dura nei confronti di Israele e dell'Occidente.
Le Guardie della rivoluzione hanno anche perso il comandante delle loro forze aerospaziali, Amir Ali Hajizadeh, ritenuto l'architetto dell'attacco missilistico sferrato dall'Iran in territorio israeliano nell'aprile del 2024, il primo nella storia della Repubblica islamica. Durante il suo mandato, la sua organizzazione ha sviluppato vettori di lancio satellitare e tecnologie per i missili balistici, anche a lunga gittata. Nel 2023 aveva promesso di volere uccidere Donald Trump per la morte di Soleimani.
A poche ore dall'attacco israeliano, il capo di stato maggiore dell'Esercito, Bagheri, aveva annunciato future esercitazioni militari su larga scala "per rispondere all'evoluzione delle minacce regionali e dei movimenti avversari". Nato nel 1960 a Teheran e sostenitore della rivoluzione islamica da quando aveva 19 anni, Bagheri aveva combattuto nella guerra con l'Iraq negli anni '80 e ricoperto posizioni di primo livello anche all'interno delle Guardie rivoluzionarie, dirigendone i servizi di intelligence. A capo dell'Esercito dal 2016, era tra i responsabili del programma missilistico iraniano e aveva giocato un ruolo centrale nel sostegno al regime di Bashar Al-Assad in Siria.
L'operazione 'Leone nascente' sferrata dallo Stato Ebraico ha ucciso anche Gholamali Rashid, in passato vice capo di stato maggiore dell'Esercito che, prima di morire, comandava il quartiere generale delle forze armate con il compito di pianificare le operazioni militari congiunte. Un altro pilastro della Repubblica islamica distrutto da Israele è Ali Shakmkhani, stratega e politico con una lunga carriera che lo ha portato a guidare la Marina iraniana, ad essere ministro della Difesa e a diventare segretario per la Sicurezza, poi diventato dei consiglieri di Khamenei.
Gli attacchi di Israele hanno ucciso anche sei scienziati nucleari, colpiti nelle loro abitazioni. Tra loro anche due dei principali architetti del programma nucleare: Mohammad-Mehdi Tehranchi, presidente dell'Università Azad di Teheran, e Fereidoun Abbasi, un fisico che già nel 2010 era sopravvissuto a un tentato omicidio.