Visibilmente provato in aula, Ciro Grillo affiancato da Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, coimputati nel processo nel tribunale di Tempio Pausania per violenza sessuale di gruppo ai danni di una studentessa italo norvegese, più volte nel corso della requisitoria durata quasi sette ore del procuratore Gregorio Capasso ha scosso la testa, fino ad arrivare a tenersi il capo tra le mani e singhiozzare. Aveva aperto l'udienza di questa mattina, iniziata intorno alle 10.30, rilasciando per la prima volta pochi minuti di dichiarazioni spontanee nell'aula a porte chiuse. "Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa. - ha affermato il principale imputato ribadendo la sua innocenza e quella dei suoi tre amici - Ho studiato giurisprudenza proprio per questo processo, sono praticante avvocato, credo nella giustizia e vorrei continuare a crederci".
Dopo le sue dichiarazioni, le porte dell'aula si sono aperte ai giornalisti. La requisitoria del procuratore si concluderà martedì con le richieste, poi a seguire sarà la volta delle parti civili. Capasso ha incentrato la sua ricostruzione della vicenda soffermandosi sullo stato di inferiorità psicofisica della studentessa durante la notte tra il 16 e il 17 luglio del 2019 nella villetta di proprietà della famiglia Grillo a Porto Cervo. "Che la ragazza e i ragazzi fosse brilli lo ammettono loro stessi. - ha sottolineato il procuratore - La giovane aveva consumato molto alcol durante tutta la serata per locali e poi nella casa in uso a Ciro Grillo dove ha bevuto un beverone preparato dai quattro contenente vodka e lemon soda. Era a digiuno tutto il giorno e anche la sera. A questo si aggiunge la stanchezza per la giornata e nottata trascorsa". Il procuratore ha poi spostato l'attenzione sulla sequenza temporale delle presunte violenze sessuali consumate nella villetta in Costa Smeralda. "Sul fatto in sé le versioni degli imputati e della ragazza coincidono, ma la chiave di lettura del processo la troviamo qui, nell'ordine temporale degli eventi. Quella fornita dai ragazzi non è logica".
Capasso mette in dubbio la sequenza dei rapporti sessuali, quello tra la giovane e Francesco Corsiglia prima in camera e poi in bagno sotto la doccia, che per l'imputato è avvenuta intorno alle 6 del mattino, e quella di gruppo che, per l'accusa, avviene sicuramente intorno alle 9. Sposta dunque la presunta violenza ad opera di Corsiglia intorno alle 7.30, smentendo ciò che sostengono da sempre gli imputati, ossia che la ragazza ha accompagnato l'imputato in auto a prendere delle sigarette tra il rapporto con lui e quello di gruppo. Domani si conosceranno le richieste del procuratore, poi parleranno gli avvocati di parte civile capeggiati da Giulia Bongiorno. "Deliberatamente sono state spente tutte le questioni importanti del processo, mettendo da parte i significati e a quel punto tutte le cose vengono aggiustate forzatamente per una soluzione - ha sottolineato al termine dell'udienza Mariano Mameli, legale del pool difensivo - Adesso si tratterà di passare davvero in rassegna tutti i punti di questo processo, soffermandosi sulle vere contraddizioni che sono emerse a lungo e sono fissate sulle carte del dibattimento".
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