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Nora, da nuovi scavi una piazza con fontane e botteghe artigiane

1 month ago 1

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Una piazza monumentale larga circa 400 metri quadrati e ai lati tutta una serie di ambienti funzionali al commercio, un luogo di ritrovo in cui si affacciavano botteghe di artigiani che producevano olio, vino e pane. Uno scenario che conferma come l'antico centro di Nora avesse un'ampia estensione rispetto al fulcro centrale. Continuano a regalare nuove emozioni e tesori le campagne di scavi avviate dall'Università degli Studi di Cagliari in uno dei maggiori centri della Sardegna di età fenicia, punica e romana.

Anche quest'anno le ricerche archeologiche si concentreranno nell'ex area militare del sito che fino al 2013, anno in cui l'Università ha avuto la concessione, non era stata indagata. Da allora gli scavi didattici con gli studenti dell'ateneo cagliaritano sono stati una continua scoperta. Quest'ultima campagna riguarderà la zona della pizza dove sono state scoperte due fontane di età medio-imperiale.

"Ci concentreremo su un settore che stiamo indagando ormai da diversi anni e che ha riportato alla luce una piazza monumentale di circa 400 metri quadri di estensione con due fontane e ai lati tutta una serie di ambienti funzionali ad attività produttive artigianali - spiega all'ANSA Romina Carboni, docente dell'Università di Cagliari e direttrice scientifica degli scavi - Sono riemerse delle impastatrici, un forno per la cottura del pane e anche degli elementi riconducibili a un frantoio. E' un contesto molto interessante dal punto di vista funzionale e dal punto di vista cronologico, perché - sottolinea la ricercatrice - ci fornisce informazioni sulle diverse fasi di occupazione dell'antico centro di Nora".

"Siamo in una zona - precisa - che si discosta da quello che è il centro città e che dimostra come la città avesse una estensione molto più ampia rispetto a quanto si pensasse inizialmente". Nella nuova campagna di scavi saranno impegnati cinquanta studenti dei corsi di laurea e della Scuola di specializzazione in Beni Archeologici, oltre a rappresentanti della Queen's University di Kingston (Canada).

Le aree dello scavo non sono ancora aperte al pubblico, ma l'Università si prepara a renderle fruibili. "Stiamo organizzando un percorso per cui i turisti potranno visitare e vedere lo scavo con la supervisione delle guide anche durante questa campagna - annuncia la direttrice scientifica - nella prospettiva di farla diventare una cosa permanente".

Non solo fontane e botteghe. Dagli scavi sono emersi altri elementi importanti: dalle forme per la fusione del bronzo per poi realizzare manufatti, agli oggetti legati alla cura del corpo femminile come gusci di conchiglie per raccogliere gli unguenti da trasformare in trucchi, monili, braccialetti, anelli e poi tantissime ceramiche, alcuni riconducibili al trasporto di olio, vino, o per la cottura dei cibi. 
   

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